«Si dice Resistenza un insieme di azioni che si contrappongono a una forza». Ancora: per Resistenza si intende «L'azione e il fatto di resistere, il modo e i mezzi stessi con cui si attuano».
Per l'Osservatorio di Genere la Resistenza è elemento costitutivo e fondante: le donne resistono da sempre, ieri contro coloro i quali le volevano confinate nell'angusto perimetro delle mura domestiche, oggi contro chi dentro quel perimetro vorrebbe ricacciarle a forza.
Lotta contro le discriminazioni, impegno costante e continuo affinché le opportunità siano uguali per tutti e per tutte, decostruzione degli stereotipi e inclusione sociale ma anche vigilanza attiva contro le centralità oppressive che via via nella storia, qui e ora, hanno cercato e cercano di schiacciare le periferie e le differenze: tutto ciò fa sì che l'Osservatorio di Genere si riconosca pienamente e con forza nei valori dell'antifascismo.
Per tutto questo e molto altro ancora, quando Chiara Bonotti, presidente dell'ANPI Macerata, ci ha proposto di entrare a far parte di A25, un coordinamento di associazioni maceratesi intenzionate ad unire le forze in vista del 25 aprile, non abbiamo avuto dubbi: l'Osservatorio di Genere doveva esserci con i suoi contenuti e le sue specificità.
E così insieme ai compagni e alle compagne, agli amici e alle amiche dell'ANPI Macerata, di Libera, di Amnesty International, di Emergency, di Legambiente, di Mondo Solidale, di CGIL, CISL, UIL abbiamo organizzato La Resistenza Vive. Una settimana di iniziative per celebrare il 25 aprile.
E l'Osservatorio di Genere cosa ha fatto?
A noi l'onore e l'onere di chiudere la rassegna il 28 aprile 2023 con “Linguaggi resistenti. Gioco, storie e versi”, un incontro a cui tenevamo particolarmente per una serie di ragioni.
Prima di tutto perché abbiamo potuto (e voluto con testardaggine) aprire la nostra sede che, dopo la pandemia, si è fatta bella per ospitare sul balcone chi ha voluto passare un pomeriggio stranamente assolato di fine aprile a parlare di donne che seppero ribellarsi e di barricate. Poi perché insieme a noi, oltre alle associazioni di cui sopra, c'era Umanieventi con il suo presidente Marco Di Pasquale che ci ha accompagnate e accompagnati in questo viaggio che da Parma ci portato fin sulle nostre montagne sulle orme di bande e brigate. Infine perché ci ha dato modo di fare quello che ci piace: cioè parlare della Resistenza senza retorica e in modo originale. Siamo partite da un gioco da tavolo, Le Barricate, di cui ci ha parlato, seppur a distanza, il suo autore Simone Terenziani e siamo arrivate a raccontare a chi ancora non lo conosceva Riconoscersi partigiane e partigiani. Costruzione di un'appartenenza, il libro di Chiara Donati e Marco Biancucci pubblicato nel 2022 – quasi un anno fa – con il nostro marchio editoriale ODG Edizioni.
E poi?
E poi non finisce qui. Il nostro 25 aprile proprio grazie a Chiara e a Marco era iniziato anche prima e aveva sconfinato uscendo da Macerata per approdare a Montecassiano dove abbiamo avuto l'occasione di incontrare e conoscere un'altra realtà del nostro territorio, Mczee, un'associazione di promozione sociale nata nel 2017 dall'incontro di artiste e artisti con l'obiettivo di promuovere l’arte e la cultura attraverso una progettazione a sostegno della creatività emergente, la ricerca storico-artistica e la realizzazione di eventi di mediazione e didattica del patrimonio.
Mczee, con la quale ci eravamo cercati ma mai trovati in passato, ha ospitato presso la propria sede una mostra dedicata alle foto pubblicate in Riconoscersi partigiane e partigiani dall'11 marzo al 30 aprile e intorno ai ritratti, ai luoghi e agli oggetti fotografati da Marco Biancucci ha organizzato una serie di eventi resistenti, presentazioni di libri, passeggiate sui luoghi della Resistenza, per finire con un incontro, il 22 marzo, dedicato proprio al volume di Chiara e Marco.
Cosa è accaduto?
A quell'incontro ha partecipato anche Silvia Casilio che quel libro ha amato e ama, nonostante i dubbi non ancora dissipati del tutto sulle note ariose. Silvia ha cercato di dialogare con gli autori portando un po' di scompiglio in chi quella sera pensava di assistere ad una tranquilla e tradizionale presentazione. E invece no: Silvia, Chiara e Marco hanno interrogato i ritratti delle partigiane – non ce ne vogliano i partigiani ma dovendo scegliere Silvia ha fatto una scelta di campo – e muovendoci da una foto all'altra siamo partiti da quei volti per raccontare storie soggettive, di verità, stra/ordinarie e suggestive, storie di resistenza, di lotta e di liberazione.
Ed ora?
Ed ora con il cuore e gli occhi pieni di entusiasmo per le collaborazioni, i percorsi tracciati, le persone che abbiamo incontrato ci prepariamo per tutte le sfide che ci attendono, a resistere con la consapevolezza di non essere sole in questo cammino. Il racconto del 25 aprile dell'Osservatorio di Genere si chiude simbolicamente con le parole di Velia Sacchi che Chiara Donati cita in Riconoscersi partigiane e partigiani – parole che ultimamente non facciamo altro che tirare in ballo ad ogni piè sospinto, abbiate pazienza –, parole che in realtà ci spingono a guardare lontano, che ci invitano a non smettere mai di lottare e che ci accompagnano in modo significativo anche in questo lunedì piovoso e freddo in cui festeggiamo il 1 maggio e il lavoro:
«Lo ripeto perché dal tono delle vostre lettere e da certe frasi, mi par di capire che voi siete convinti che, quando tornerà (come si dice), il sereno, io tornerò alla vita e alle cose di prima. […] non è più possibile tornare a vivere come prima, anche se so di darvi un dispiacere. È come una pianta che cresce.
Tu puoi metterle sopra un coperchio e lei crescerà di fianco. Dopotutto non credo di avere colpe più gravi di questa, di crescere, anche se trovo coperchi da tutte le parti»
(V. Sacchi, Io non sto a guardare. Memorie di una partigiana femminista, introduzione e cura di R. Pesenti, Manni, San Cesario di Lecce 2015, pp. 229-231).